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I
fabbisogni di ricettività turistica a Torino e in provincia: situazione, tendenze, prospettive |
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Prima parte - La situazione attuale | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Capitolo
3 - Il
modello di impresa alberghiera a Torino: una analisi comparativa dei dati
di bilancio Gli indici di bilancio______1 2 3 4 |
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I. redditività Come più volte sottolineato, la scelta di un set di indicatori di redditività aziendale deve tenere conto delle differenze istituzionali ed aziendali dei campioni di imprese messe a confronto. Tab.6 Indicatori di redditività
Come si può infatti notare [Tab.6] nel nostro caso, le differenze tra il campione Torino ed i benchmark scelti sono molto grandi o molto contenute, a seconda del tipo di indicatore prescelto. In particolare, se si utilizzano i classici indicatori (ROE, ROS) di redditività, che sono calcolati al netto degli ammortamenti, si giunge alla conclusione che il distacco tra Torino ed i benchmark è consistente: il roe di Torino è pari al 2% a fronte di valori medi del 4,6% (benchmark nazionale) e dell'8,3% (benchmark globale); il ros si colloca al 7,2% per Torino, a fronte del 12,8% e del 16,7% rispettivamente per i riferimenti nazionali ed internazionali. Trattandosi di imprese in cui buona parte del capitale investito è rappresentato da immobili e quindi da asset che richiedono manutenzione ma che non subiscono deperimento tecnologico in senso stretto, è più appropriato utilizzare nei confronti anche indicatori che siano al lordo degli ammortamenti oltre che delle tasse. Seguendo questa strada, il quadro di confronto che emerge è significativamente diverso: il rapporto tra cash-flow e totale attivo è superiore per il campione Torino rispetto ai valori dei benchmark, il rapporto tra margine operativo lordo e ricavi è sostanzialmente allineato ai valori dei benchmark. Gli alberghi a quattro stelle della grande Torino non sembrano quindi troppo diversi dal punto di vista reddituale dagli standard nazionali ed internazionali. Inoltre, se si esaminano i valori del leverage operativo [3], si nota che il valore (3,5) di tale indicatore è significativamente più elevato per il campione torinese rispetto ai valori medi. Ciò indica una maggiore reattività prospettica degli utili a variazioni unitarie dei ricavi; in altri termini, la struttura del conto economico (ed in particolare dei costi) delle imprese torinesi indica la potenzialità di una crescita dei ricavi con un aumento contenuto dei costi e con un effetto leva sui profitti decisamente superiore alla media. Disaggregando la dinamica reddituale in margini unitari e volumi, possiamo individuare ex post diverse caratteristiche e strategie aziendali. Disaggregando i dati sul Roa [4] [Tab.7] in margini unitari e volumi distinguiamo almeno due modalità imprenditoriali: aziende ad elevata redditività unitaria con turnover basso ed aziende a bassa redditività aziendale con turnover molto alto. Il campione Torino si posiziona in una zona intermedia, con redditività unitaria (al netto degli ammortamenti) sotto la media e con un asset turnover medio. Se osserviamo lo stesso indicatore (Roa) al lordo degli ammortamenti, torniamo al punto più volte richiamato: la redditività unitaria (margine di profitto operativo lordo) del campione quattro stelle della grande Torino è allineata al benchmark nazionale, i volumi (asset turnover) possono essere aumentati, con un più efficiente utilizzo delle risorse disponibili, fino a livelli più vicini a quelli medi. Qui ritorna un elemento che è stato sottolineato precedentemente parlando del leverage operativo: i costi d'esercizio ma anche gli asset del campione torinese sono adeguati a sostenere volumi di attività superiori a quelli correnti. Tab.7indicatori di redditività comparata
Infine, dal confronto comparato tra redditività dell'attivo e costo medio ponderato del capitale (WACC)[5] necessario a finanziarlo, si vede che l'extra rendimento è negativo per il campione Torino e leggermente positivo per i benchmark se si usano i dati al netto degli ammortamenti. Utilizzando i valori di redditività lordi , l'extra rendimento risulta positivo anche per le imprese alberghiere torinesi, seppur inferiore ai valori medi dei benchmark. II: liquidità e solvibilità Gli indicatori di liquidità aziendale [Tab.8], mostrano una situazione migliore del benchmark nazionale per le imprese torinesi, grazie alla struttura debitoria poco esposta a breve termine. Tab.8 Indicatori di liquidità
Gli indicatori di solvibilità [Tab.9] mostrano una situazione confortante per il campione torinese. In particolare, la capacità di copertura degli oneri finanziari risulta ottima nei confronti dei benchmark con un valore pari a 6,7. Il tasso di incidenza degli oneri finanziari è basso e la copertura dell'attivo immobilizzato risulta solo leggermente inferiore alle medie. Il leverage è sostanzialmente in linea con i valori dei benchmark. Una differenza importante rispetto ai benchmark viene dal grado di capitalizzazione che ha un valore non solo basso rispetto agli standard internazionali, ma anche inferiore alle medie nazionali, evidenziando i connotati tipici di una struttura proprietaria di tipo familiare. Tab.9 Indicatori di solvibilità
nota metodologica [3] Il
leverage operativo è una misura della elasticità media degli
utili rispetto ai ricavi; indica di quanto aumenteranno in percentuale
gli utili dell'impresa per un incremento unitario (+1%) dei ricavi. [4] Il
roa (return on asset) misura la redditività ante imposte ed ante
interessi sul totale dell'attivo. E' un indicatore della efficienza operativa
dell'impresa nel generare profitti dal complesso dei suoi assets, prima
di considerare gli effetti delle modalità di finanziamento dell'impresa
stessa. Separando gli effetti finanziari dagli effetti operativi, il roa
algebricamente può essere decomposto in (utili prima degli interessi
e tasse/ricavi) *(ricavi/totale attivo); tale decomposizione consente
di vedere come una impresa arriva ad un certo livello di roa: attraverso
un elevato margine unitario o utilizzando più efficientemente i
suoi assets per incrementare i volumi o attraverso combinazioni delle
due leve. [5] Il
WACC (weighteted average cost of capital) rappresenta il costo medio ponderato
di tutte le diverse componenti del finanziamento dell'impresa (debiti,
capitale proprio, altre passività finanziarie ibride). Misura quindi
il costo corrente per l'impresa nel prendere a prestito fondi per finanziare
progetti di investimento. Una differenza positiva tra ROA e WACC fornisce
una misura del vantaggio comparato per l'impresa ad aumentare i suoi investimenti,
naturalmente nell'ipotesi che i nuovi investimenti abbiano una redditività
prospettica almeno allineata a quella corrente dello stock investito.
Se si considera lo spread tra ROA e WACC non in termini prospettici ma
in termini statici, l'interpretazione dell'indicatore è la seguente:
considerati i costi dell'indebitamento e una adeguata remunerazione dei
mezzi propri, lo spread sarà positivo se l'impresa produce reddito
oltre la normale remunerazione (corretta per il rischio) del capitale. [6] L'analisi
qui predisposta non è in alcun modo da intendersi come un'offerta
di vendita o sollecitazione di vendita o acquisto. Tutte le opinioni e
previsioni qui riportate rappresentano nostre valutazioni e possono quindi
essere soggette a modifica o revisione senza preavviso.
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