[1]
E non è poi così consolante che - secondo alcune
stime accreditate - il "nero" riguarda prevalentemente
gli esercizi a 1-2 stelle, mentre tra i 3-4 stelle (in gran parte
interessati da turismo d'affari) sarebbe pari solo all'8-10%.
|
[2]
Non si è qui fatto cenno alla bontà dei dati di
scenario nazionali, anche perché obiettivamente di difficile
controllo, dovendo dipendere da cifre già aggregate dall'Istat;
in ogni caso, rimangono legittimi sospetti, specie dopo aver indagato
a fondo sulle modalità di raccolta e tassi di successo
delle campagne annuali di aggiornamento dei dati a livello piemontese
e torinese. Per questo insieme di ragioni, spesso in questo capitolo
verrà adottata una formula dubitativa circa i reali flussi
turistici (usando spesso il condizionale), sia per le dinamiche
a livello locale sia per quelle nazionali (che pure qualche tipo
di indicazione di massima sulla collocazione dell'area torinese
la possono fornire).
|
[3]
Abbiamo anche raccolto i dati elaborati dall'Atl 2 Montagne Doc
(Valsusa e Pinerolese). E' interessante rilevare come l'Atl 2
non si sia accontentata dei dati raccolti per via ufficiale (con
le schede della Regione), ma abbia predisposto un meccanismo di
controlli incrociati, per mezzo di altri dati, di diversa provenienza
(es: andamento dei passaggi autostradali in una certa tratta dell'autostrada
del Frejus), variazioni nelle vendite di alcuni alimenti base
(es: pane), oppure dei consumi (es: elettrici) o, ancora, della
produzione di rifiuti. E' evidente che l'allargamento all'area
torinese di questi dati "di controllo" è procedura
molto più complessa (inoltre in Valsusa vi sono problemi
del tutto diversi; es: seconde case), ma si tratta comunque di
una pista di indagine interessante, su cui occorrerebbe probabilmente
portare avanti una riflessione nelle sedi opportune (in Regione
e Provincia in primo luogo, stanti le enormi difficoltà
a ricostruire un quadro attendibile attraverso le tradizionali
schede di rilevazione presso gli esercenti).
|
Di
sviluppo del turismo nell'area torinese si discute da anni, non senza
accenti polemici, in particolare quando si toccano le note dolenti, da
un lato, dell'immagine turistica della città, dall'altro della
sua capacità ricettiva. Nel primo caso, infatti, sono in discussione,
in qualche modo, anche le risorse destinate in questi anni alle attività
di promozione turistica, gestite - in primo luogo (anche se non solo)
- dall'agenzia Turismo Torino; dall'altro sono in ballo i vari piani di
potenziamento del comparto ricettivo e quelli predisposti di recente,
soprattutto a fini olimpici.
Su entrambi questi fronti si registrano frequenti prese di posizione,
all'interno di un dibattito più complessivo, che tuttavia raramente
pare basarsi su dati di fatto certi, prevalendo più spesso opinioni
personali e percezioni dei vari soggetti coinvolti, sovente utilizzate
ad arte per supportare tesi "a priori". L'obiettivo di questo
studio è, invece, per l'appunto, quello di provare a porre qualche
punto fermo, almeno relativamente ai dati di scenario (consistenza ricettiva
e flussi turistici). Ci si propone quindi, innanzitutto, di passare in
rassegna il patrimonio di dati esistenti sul turismo nell'area torinese,
provando a soffermarsi sulla loro qualità ed attendibilità.
Per perseguire questo scopo, dal punto di vista operativo, sono stati
contattati tutti i principali enti che producono, elaborano, analizzano
dati statistici sulla domanda e offerta turistica nell'area d'interesse.
In particolare, sono state contattate le fonti ufficiali della Regione
Piemonte e della Provincia di Torino (ovvero i rispettivi assessorati
e direzioni responsabili per il comparto turistico), l'agenzia Turismo
Torino e l'Atl 2 Montagne Doc (Valsusa e Pinerolese, soprattutto per gli
aspetti legati alla ricettività in vista del 2006). E' stata inoltre
contattata la Federalberghi di Torino (che conduce proprie elaborazioni
su dati di fonte varia). Quindi sono state raccolte informazioni statistiche
"collaterali" presso enti che seguono specifici aspetti: il
Torino Convention Bureau (per il Turismo congressuale), l'agenzia Itp
(per gli aggiornamenti sul potenziamento del patrimonio ricettivo). Infine,
sono state raccolte tutte le principali ricerche realizzate negli ultimi
anni su specifiche tematiche; in particolare: una ricerca di Itp e Arthur
Andersen (sullo sviluppo turistico nell'area), alcune indagini (del Dipartimento
di Scienze sociali dell'Università di Torino del Censis) sul rapporto
tra immagini di Torino e sviluppo turistico.
Naturalmente, sono stati raccolti anche dati nazionali (presso le fonti
ufficiali dell'Istat), fondamentali per poter collocare la realtà
torinese in uno scenario di confronto, con particolare riferimento alle
altre province metropolitane italiane.
Relativamente
alla qualità dei dati raccolti, si può osservare come non
emergano particolari criticità a proposito di quelli relativi all'offerta
(consistenza del patrimonio ricettivo): tanto per lo scenario nazionale
quanto per quello locale, infatti, i dati paiono sufficientemente consolidati,
oltre che non eccessivamente condizionati da lacune, alterazioni, ecc..
Invece, va decisamente peggio sul versante della valutazione della consistenza
dei flussi turistici: a questo proposito, il quadro dei dati locali, è
francamente sconfortante: Regione e Provincia raccolgono annualmente,
con un'apposita scheda-formulario¸ i dati presso tutti gli esercizi
ricettivi alberghieri ed extralberghieri. In teoria, la compilazione e
la restituzione di queste schede dovrebbe essere obbligatoria; sempre
in teoria, si potrebbero applicare sanzioni, dalle multe all'esclusione
dagli annuari delle strutture ricettive (vere e proprie "pagine gialle",
da qualche anno anche sul sito internet della Regione); di fatto, però,
nessuna di tali possibili sanzioni viene mai applicata, per cui - sostanzialmente
- la restituzione delle schede diventa una sorta di atto volontario da
parte degli esercenti. Non solo: oltre alla questione della mancata restituzione,
emerge un evidente problema di scorretta compilazione delle schede: molti
esercenti restituiscono le schede, ma con dati assolutamente improbabili
per numero di presenze segnalate (c'è addirittura chi, a fronte
di una normale attività alberghiera, segnala nessuna presenza annua
o, al massimo, poche unità).
Abbiamo avuto modo di verificare come questa distorsione dei dati sia
un problema cronico del sistema di rilevazione del movimento turistico;
negli ultimi anni (e nel 2001 in particolare) si è però
accentuato decisamente il fenomeno delle mancate o falsate risposte. Nel
corso della campagna di raccolta dei dati 2001, si è registrato
un fortissimo aumento delle mancate dichiarazioni: sul complesso del territorio
piemontese, circa il 20% (dato aggiornato al 10.3.2002) non ha restituito
alla Regione il formulario; ancor più grave la situazione per Torino
e area metropolitana, dove il 30% degli esercenti (compresi, tra l'altro,
quelli di alcuni grandi alberghi) ha restituito la scheda senza denunciare
alcuna presenza [1].
Con ciò, ci si trova di fronte non solo ad un problema di sottostima
complessiva dei flussi reali, ma anche ad una evidente auto-selezione
campionaria, che non ci permette evidentemente di avere informazioni precise
sulla bontà dei dati raccolti. Ad esempio, la Provincia, si è
trovata obbligata a calcolare - come si vedrà più avanti
- i tassi di variazione (tra 2000 e 2001) unicamente per quegli esercizi
che avevano presentato le dichiarazioni in entrambi gli anni; però,
appunto, trattandosi di un campione auto-selezionato di esercizi ricettivi,
rimane forte la preoccupazione che, nonostante questo accorgimento, i
dati siano comunque ancora ben lontani dal reale [2].
Gli indizi
circa una scarsa volontà di "far luce" sulla reale consistenza
dei flussi turistici non emergono, per altro, dalla sola area torinese:
in Valsusa, ad esempio, sono sistematicamente falliti in questi anni i
tentativi di organizzare - come avviene in Francia - un servizio unico
e centralizzato, per le prenotazioni.
A parte le informazioni raccolte annualmente da Regione e Provincia, gli
unici altri dati quantitativi significativi a livello locale sono, di
fatto, quelli prodotti dalle Atl [3]:
nel caso dell'area torinese, in particolare, Turismo Torino raccoglie
dal 2000 dati e informazioni attraverso un proprio Osservatorio alberghi,
con rilevazione diretta (e, secondo l'agenzia, con buoni tassi di successo)
presso un campione rappresentativo di una trentina di alberghi a 2-3-4
stelle (una ventina a Torino, gli altri nell'area metropolitana). Ulteriori
dati vengono raccolti da Turismo Torino attraverso i propri punti informazione,
per mezzo di questionari autocompilati da turisti che giungono a Porta
Nuova, a Caselle, ecc.: si tratta però, in questo caso - per esplicita
ammissione di Turismo Torino - di un campione decisamente sbilanciato
sul turismo per loisir (cioè la minoranza dei turisti che giungono
nel capoluogo piemontese). Dalle diverse fonti di Turismo Torino, in ogni
caso, si ricavano dati che risultano sempre nettamente superiori (da una
volta e mezza a due volte, come si vedrà) rispetto a quelli "ufficiali"
raccolti da Regione e Provincia.
In termini riassuntivi, il quadro che è emerso dalle nostre indagini
su quantità e qualità dei dati di scenario relativi al sistema
ricettivo torinese è riassumibile nel prospetto seguente:
Tab.1
tipo
di dato |
fonte |
modalità
rilevazione |
punti
di forza |
punti
di debolezza |
Consistenza
sistema ricettivo nazionale |
Istat |
aggregazione
dati rilevati da Regioni |
confronto
inter-provinciale e regionale |
difficile
verifica su fonti e modalità di rilevazione |
Consistenza
sistema ricettivo locale |
Regione,
Provincia |
rilevazione
diretta presso esercenti |
copertura
dell'intero universo ricettivo |
tassi
di ritorno bassi |
Movimento
turistico nazionale |
Istat |
aggregazione
dati rilevati da Regioni |
confronto
inter-provinciale e regionale |
-
difficile verifica su fonti e modalità di rilevazione
- molte dichiarazioni falsate |
Movimento
turistico locale |
Regione,
Provincia |
rilevazione
diretta presso esercenti |
copertura
dell'intero universo ricettivo |
tassi
di ritorno molto bassi, dichiarazioni falsate |
Arrivi
/ presenze a Torino e Amt |
Turismo
Torino |
proprio
osservatorio su campione alberghi |
verifica
dei dati di Regione / Provincia |
-
difficile verifica su rappresentatività campione e qualità
dati
- dati solo dal 2000 |
Visitatori
a Torino |
Turismo
Torino |
questionari
a propri punti informazione |
unica
fonte esistenti sui visitatori |
-
campione non casuale (stazione, aeroporto)
- dati solo dal 2000 |
Tassi
di occupazione delle stanze |
varie |
rilevazioni
varie presso alberghi |
(teoricamente
utili a misurare utilizzo sistema ricettivo) |
impossibile
verifica sulla qualità dei dati di fonti diverse |
Turismo
affari / loisir |
Turismo
Torino |
proprio
osservatorio su campione alberghi |
unica
fonte esistenti su turismo affari/loisir |
-
difficile verifica sulla qualità dei dati
- dati solo dal 2000 |
Turismo
congressuale: dati nazionali |
Osservatorio
congressuale italiano |
rilevazione
diretta con questionari |
confronto
tra città congressuali |
- |
Turismo
congressuale: dati locali |
Torino
Convention Bureau |
osservatorio
permanente + indagini campionarie |
unica
fonte locale esistente su turismo congressuale |
-
difficile distinguere dati campionari da dati osservatorio (su universo)
- dati solo dal 2000 |
[1] E
non è poi così consolante che - secondo alcune stime accreditate
- il "nero" riguarda prevalentemente gli esercizi a 1-2 stelle,
mentre tra i 3-4 stelle (in gran parte interessati da turismo d'affari)
sarebbe pari solo all'8-10%.
[2] Non
si è qui fatto cenno alla bontà dei dati di scenario nazionali,
anche perché obiettivamente di difficile controllo, dovendo dipendere
da cifre già aggregate dall'Istat; in ogni caso, rimangono legittimi
sospetti, specie dopo aver indagato a fondo sulle modalità di raccolta
e tassi di successo delle campagne annuali di aggiornamento dei dati a
livello piemontese e torinese. Per questo insieme di ragioni, spesso in
questo capitolo verrà adottata una formula dubitativa circa i reali
flussi turistici (usando spesso il condizionale), sia per le dinamiche
a livello locale sia per quelle nazionali (che pure qualche tipo di indicazione
di massima sulla collocazione dell'area torinese la possono fornire).
[3] Abbiamo
anche raccolto i dati elaborati dall'Atl 2 Montagne Doc (Valsusa e Pinerolese).
E' interessante rilevare come l'Atl 2 non si sia accontentata dei dati
raccolti per via ufficiale (con le schede della Regione), ma abbia predisposto
un meccanismo di controlli incrociati, per mezzo di altri dati, di diversa
provenienza (es: andamento dei passaggi autostradali in una certa tratta
dell'autostrada del Frejus), variazioni nelle vendite di alcuni alimenti
base (es: pane), oppure dei consumi (es: elettrici) o, ancora, della produzione
di rifiuti. E' evidente che l'allargamento all'area torinese di questi
dati "di controllo" è procedura molto più complessa
(inoltre in Valsusa vi sono problemi del tutto diversi; es: seconde case),
ma si tratta comunque di una pista di indagine interessante, su cui occorrerebbe
probabilmente portare avanti una riflessione nelle sedi opportune (in
Regione e Provincia in primo luogo, stanti le enormi difficoltà
a ricostruire un quadro attendibile attraverso le tradizionali schede
di rilevazione presso gli esercenti).
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