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I
fabbisogni di ricettività turistica a Torino e in provincia: situazione, tendenze, prospettive |
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Seconda parte - Lo scenario al 2010 | ||||||||||||||||||||||
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Capitolo
5 - Le prospettive al 2011 della ricettivitą alberghiera a Torino: domanda,
investimenti e redditivitą Lo scenario base 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 |
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Lo
scenario base è stato costruito effettuando una simulazione di
statica comparata: date le quote di mercato di Torino, la quota dei flussi
turistici inbound che si rivolge alle strutture ricettive alberghiere
ed i giorni medi di pernottamento ed applicando gli scenari di crescita
dei flussi internazionali riportati nella tab.1, si sono ricavati i flussi
aggiuntivi di turisti che si rivolgeranno alle strutture alberghiere in
una proiezione a dieci anni.
Stimata la domanda aggiuntiva, derivante esclusivamente dai flussi turistici provenienti dall'estero, il passo successivo consiste nel calcolare come le aziende alberghiere possono reagire alla domanda aggiuntiva (quante nuove camere vengono costruite) e quale redditività possono aspettarsi. In sostanza si andrà a valutare il rendimento atteso per le imprese alberghiere grazie alla domanda aggiuntiva, in presenza di specifiche scelte di investimento per far fronte alle nuove esigenze [14]. Data la domanda aggiuntiva di 2.276 camere, si è stimato (vedi tab.15) il numero potenziale di camere offerte per diversi valori del tasso di utilizzo. In pratica, allo stesso livello di domanda può generarsi un diverso livello di offerta, a seconda della capacità/possibilità di aumentare il tasso di utilizzo medio. Tab.15 scenario base - offerta, domanda e tasso di utilizzo delle camere al 2011. Torino come le altre città benchmark. (Elaborazioni Hermes lab) Come si può facilmente notare dalla tab.15, l'ipotesi di zero investimenti a fronte della domanda aggiuntiva di camere che viene stimata nello scenario base è di difficile attuazione. Infatti, tale ipotesi porterebbe l'utilizzo delle camere all'84%, valore non compatibile con la composizione dei flussi turistici alberghieri torinesi (vedi cap.4), superiore ai casi eccellenti europei e registrato solo in casi eccellenti di turismo di massa non proponibili per Torino (Venezia). La crescita equivalente di domanda e nuove camere conduce il tasso di utilizzo ad un livello elevato, secondo gli standard torinesi, e pari al 68%. L'ipotesi di tasso di utilizzo delle camere stabile ai valori correnti (60%), implica che la domanda effettiva risulti inferiore a quella stimata di circa 900 camere, con una crescita media annua del fatturato aziendale che scenderebbe dal 3,4% al 2,1% e con una redditività aziendale inferiore. "Torino come le altre" significa che i valori dell'offerta di camere, data la domanda aggiuntiva, sono stati ricavati ipotizzando che il tasso di utilizzo di Torino si porti ai diversi valori raggiunti dai casi eccellenti europei. Ciò implicitamente genera una offerta di camere ed un gap offerta-domanda variabile al variare della città presa come modello di riferimento. Passando ad esaminare gli effetti sulle imprese alberghiere dello scenario base (vedi tab.16), si è calcolato il flusso di investimenti (globale e per il nostro campione) necessario per ciascun livello di tasso di utilizzo delle camere e il conseguente valore di redditività attesa al 2011. Tab.16 scenario base - investimenti e redditività delle imprese Alberghiere al 2011. Torino come le altre città benchmark. (Elaborazioni Hermes lab) I risultati sono più che confortanti. Il flusso di investimenti necessario è, per il nostro campione, autofinanziabile nell'arco del decennio preso in considerazione; la redditività sull'attivo investito è elevata per tutti i valori della simulazione. Anche nel caso di errore di previsione (tasso di utilizzo al 60%), il roa si colloca su un livello ben superiore ai valori correnti (3-4%). Un'ultima considerazione sulle politiche attuabili. La domanda aggiuntiva di camere è, ovviamente, molto sensibile alla quota sul totale dei flussi turistici in arrivo che viene "intercettata" dalle strutture alberghiere. Attualmente la quota di Torino è pari al 35%, a fronte di un valore medio nazionale del 38% con una punta di eccellenza nel nord-est (49%). La capacità di attrarre flussi nelle strutture alberghiere è quindi variegata nelle diverse aree geografiche; Torino non è molto distante dai valori medi, ma questa è una variabile su cui, come dimostrano esempi eccellenti europei, può incidere un accurato intervento di marketing territoriale. Gli effetti di piccoli spostamenti nella quota sono di non poco conto. Nello scenario base spostare la quota dal 35% al 38% comporta: - un aumento di 70.000 notti vendute - una domanda aggiuntiva di 200 camere di albergo - un aumento di 0,5 punti percentuali della redditività delle imprese alberghiere. [13] L'
UIC fornisce il numero di pernottamenti totali dei turisti esteri e la
ripartizione per struttura ricettiva. Quindi, dato il numero di nuove
presenze (516.000) lo si moltiplica per i giorni medi di presenza(4,6)
e si attribuisce agli alberghi la quota di pernottamenti di competenza
(35%). [14] Il numero delle camere correnti si riferisce agli alberghi a 3-4 stelle della provincia di Torino. L'ipotesi delle simulazioni che seguono è che tutta la domanda aggiuntiva si indirizzi verso tali categorie di alberghi. I motivi per cui ciò appare plausibile sono stati ampiamente discussi nei capp.1-2 del presente rapporto.
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